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Stoccolma, la città ecologica del presente

Non vi è alcun dubbio che Stoccolma è una delle mete internazionali del design e dell’architettura, la patria del Premio Nobel e dell’Ikea, delle Barbie e dei Ken (tutti altissimi dai fisici statuari), nonché la prima capitale europea ad aggiudicarsi il titolo della Green Capital nel 2010.

Sviluppata su 14 isole affacciate sul mar Baltico, vanta una natura mozzafiato ricoperta da immensi boschi e piena di parchi curatissimi, tra cui il primo Museo a cielo aperto del mondo – Skansen. Ma per me soprattutto, Stoccolma è l’unica città al mondo dove ho potuto vedere uno degli oggetti dei miei desideri, la Capanna sulle zampe di gallina!
Fiabesca! Si tratta della casa di Baba-Jaga, la strega cattiva mangia bambini delle favole russe di cui avevo una gran paura, che viveva in questa capanna e che volevo vedere coi miei occhi sin da piccola! Desiderio esaudito!

Ma partiamo da capo! Il periodo scelto per il soggiorno è stato luglio, perché uno dei periodi più caldi dell’anno, anche se due giorni su tre sono andata in giro a Stoccolma con delle calze pesanti comprate sul posto, e come se non bastasse indossate con sandali estivi! Ero “fashion”, infatti evitavo di dire che vivo in Italia, non ci avrebbe creduto nessuno.

Prenotando su edreams direttamente un pacchetto Volo+Hotel (530 euro totale), con circa 45 giorni di anticipo, come zona per l’alloggio ho scelto la Città Vecchia della capitale, in svedese Gamla Stan. Essendo l’insediamento più antico di Stoccolma, racchiude e racconta più di 700 anni di storia attraverso le sue chiese gotiche ed edifici perfettamente conservati (d’altronde sei in Svezia) visitabile in un paio di ore a piedi! Questo concentrato di storia e tradizione è situato in un reticolo di viuzze medievali lastricate in pietra (attenzione ai tacchi!), colme di negozi di design, laboratori artistici e boutique, gallerie e musei tra cui il Museo Nobel, caffetterie e ristoranti tipici.

 

Il quartiere più importante della città vecchia è Stortorget, celebre per le sue case colorate e le facciate color senape e ruggine, dove mi sono gustata la colazione (13 euro un caffè più un biscotto) prima di visitare il Palazzo Reale (17 euro) e la Cappella Reale situate a pochi passi dal quartiere.

Stoccolma centroIl Palazzo Reale, oltre ad essere la residenza ufficiale del Re e della Regina di Svezia, è un edificio barocco (1430 stanze con 660 finestre) che spicca sull’isola della Città Vecchia di Stoccolma. Visitabile solo in parte, è possibile ammirare alcune delle stanze del palazzo (per me simili a tutte quelle visitate anche in altri palazzi europei), il Museo delle Tre Corone (che raccoglie un po’ di tutto tra armi, abiti, gioielli e corone) e il Tesoro reale ( racchiuso in una piccola stanza-cassaforte, è davvero affascinante). Abbiamo impiegato mezza giornata a visitare il tutto per non perdermi il cambio della guardia (carino, ma mai come quello londinese) che si svolge all’esterno del Palazzo, con tanto di banda e parata militare a cavallo.

Vale la pena assistervi anche perché avviene tutti i giorni nei mesi estivi intorno alle 12. Mi sembrava la squadra maschile italiana di pallanuoto in uniforme.

Dopo pranzo abbiamo proseguito con la visita al Vasamusset (15 euro), un museo fuori dall’ordinario, dove ho potuto ammirare l’unico vascello al mondo affondato nel bel mezzo del porto di Stoccolma dopo soli venti minuti dall’inaugurazione. Un errore progettuale lo fece affondare nell’agosto del 1628 e fu ripescato dopo 333 anni di permanenza sul fondo del Mar Baltico.

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Sono rimasta letteralmente colpita entrando nell’enorme sala, dove viene conservato in maniera perfetta (il 95% di componenti originari), e dove sono visibili le esposizioni dei reperti trovati durante il recupero. Si tratta di uno dei migliori musei visitati, sia a livello organizzativo che espositivo, perché oltre al vascello, è presente una sala multimediale che tratta della sua storia e delle operazioni di recupero, durate vent’anni, le cui proiezioni vengono trasmesse ininterrottamente in tutte le lingue. Direi un ottimo sistema per trasformare un immenso fallimento progettuale in un grande successo di recupero, restauro e divulgazione che porta non poche entrate.

Consiglio vivamente il museo per chi ha bambini, li ho visti molto entusiasti!

Come accennato prima, l’oggetto dei miei desideri si trova presso il Museo a cielo aperto, in svedese Skansen (20 euro), che custodisce la Capanna sulle zampe di gallina e riproduce la Svezia in miniatura nei suoi 300.000 metri quadrati! Questo museo è vivo, che tu sia adulto o bambino, vieni catapultano indietro nel tempo, nei remoti villaggi di questo popolo nordico immersi nella fauna svedese, dove gli scoiattoli passeggiano disinvolti tra i piedi e le renne ti guardano dritte negli occhi. Non hai bisogno di immaginare come erano gli abiti o le cassette in legno di qualche centinaio d’anni fa, perché ci puoi entrare dentro e spiare tutti gli abitanti in “costume” dell’epoca nelle loro abitazioni e botteghe artigiane.

 

 

Occhio a dare precedenza ai pennuti!

 

 

Dopo una visita durata più di tre ore, abbiamo pranzato nel Skansen’s Restaurant con delle buonissime polpettine svedesi servite con purè di patate e una marmellata di mirtilli. Lo consiglio.

 

 

 

 

Di fronte a Skansen c’è il maestoso edificio di Nordiska Museet che, quel giorno dal cielo plumbeo, sembrava un castello incantato, se non fosse stato per due orrendi cartelloni pubblicitari. La pioggia ci ha convinte subito ad entrare nel museo (12 euro), alla ricerca di un po’ di tepore.

 

Personalmente non ho capito il tema del museo, tanto generico da sembrare un fritto misto, che iniziando da oggetti di uso comune finiva per illustrare le tavolate dei vichinghi. A parer mio, l’intento pedagogico del museo è quello di non fornire troppi dati storici (che tanto dopo 2 ore ti scorderai), ma ti racconta la storia di diverse epoche storiche attraverso gli oggetti esposti. Ho apprezzato.

 

 

Nel pomeriggio abbiamo preso un battello, che costeggiando l’Ekoparken, il parco verde nazionale, ci ha portato al quartiere più ecologico noto come “città d’acqua”, in svedese Hammarby Sjöstad. Si tratta di un centro abitato con una innata vocazione al “verde” in perfetta sintonia con l’ambiente. Informandomi un po’, ho scoperto che le cucine sono ad impatto zero funzionando grazie al biogas generato dai rifiuti domestici, mentre l’elettricità e l’acqua calda viene autoprodotta grazie a dei pannelli solari.

E quando non c’è il sole gli svedesi stanno al buio! Scherzo, stanno anche al freddo!

 

 

 

Di sicuro ritornerò in questa capitale fra qualche anno per rivivere questa città all’avanguardia ecologica!

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