Avrò visto Sex and the City 2 più di una trentina di volte, dalla trama che svanisce nel riflesso dei lustrini ed accessori scintillanti, “ambientato” ad Abu Dhabi. Peccato che le vere riprese del film, si sono svolte a Marrakech, perché gli Emirati Arabi Uniti hanno rifiutato sia le riprese, che la trasmissione del film nelle sale. Curiosa come sono, ho deciso di scoprire da sola come mai l’emirato ha deciso di controllare la propria immagine a livello internazionale, ma soprattutto volevo visitare la città di 10 anni più vecchia di me!
Tutto ebbe inizio nel 1958, quando viene trovato il petrolio e grazie al sovrano Zayed bin Sultan Al Nahyan, chiamato anche il padre della nazione (19 figli maschi, 23 figlie femmine e 9 mogli, esagerato!!), comincia la rivoluzione della città e del terreno sottostante. Nel 1971, per suo volere, nascono gli Emirati Arabi Uniti, ne diventa il nuovo presidente e uno degli uomini più ricchi al mondo (beato lui!!). Nel 2004 lascia in eredità tutto al figlio, Khalifa bin Zayed Al Nahyan, di cui parlerò più avanti.
Disneyland, oltre ad essere il sogno di qualsiasi bambino cresciuto con Ariel, Topolino, eroi e principesse, era anche uno dei miei sogni più grandi. Soffro della sindrome di “Peter Pan”, sognando di essere sempre felice e spensierata. Una che non vuole crescere, alla ricerca dell’Isola che non c’è, ma che si accontenta di Milano.
Macao, antica città portuale situata sulla costa meridionale della Cina, viene definita come la Las Vegas orientale, ma anche come una delle città più misteriose al mondo, dove si respira un mix tra storia cinese e influenze portoghesi.
Come mai la chiamano capitale del gioco d’azzardo, l’ho capito appena sbarcata al porto di Macao, ritrovandomi circondata dai casinò, allineati uno dopo l’altro che gareggiano sia in altezza che nell’aspetto più insolito. Ma di misterioso, non ho visto nulla sinceramente. Sarà che di asiatici, che vivono in mezzo all’architettura europea, ne ho visti parecchi in tutte le città che ho visitato.
Situata alla foce del Fiume delle Perle e confinante direttamente con il Mar Cinese Meridionale, Macao fu una colonia del Portogallo dalla metà del XVI secolo fino al 1999. Oggi, è una Regione Amministrativa Speciale della Repubblica Popolare Cinese, insieme a Hong Kong, nonché il paradiso del gioco d’azzardo per i turisti, soprattutto cinesi (90%), in quanto in molte zone della Cina il gioco è proibito.
Pulau Redang è una delle più grandi isole al largo della costa orientale della Malesia Peninsulare (lunga circa 7 km e larga circa 6 km) nello stato di Kuala Terenganu.
Non è difficile, come dicono, arrivare in maniera indipendente, basta fare attenzione alle coincidenze dei voli e degli orari per raggiungere l’isola in battello, invece di optare per un pacchetto turistico in cui devi sottostare a rigidi programmi ed orari. Vi descriverò nel dettaglio il mio itinerario per raggiungere Pulau Redang.
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Dove è situata e come raggiungere l’isola.
La idilliaca Pulau Redang …
Se penso al paradiso, mi immagino mangiando il foie gras e sorseggiando un cocktail su una sdraio, aspettando il tramonto con in sottofondo lo sciacquio delle onde del mare tropicale ed alle spalle una giungla lussureggiante.
Il mare lo immagino pacifico, con palme da cocco sulla spiaggia bianca che oscillano tra le brezze tropicali, mentre il sole con la sua luce dorata, mi abbronza senza bruciarmi.
Fermo qui l’immaginazione, perché per il resto sono cose per cui andrei dritta all’inferno.
A Pulau Redang, in quest’angolo di paradiso, mancava solo il foie gras.
La Metropolitana di Mosca e la Galleria Tretyakov sono d’obbligo per chi va a visitare la capitale russa.
Galleria Tretyakov
Aperta tutti i giorni tranne lunedì (7 euro) a 20 minuti a piedi da Piazza Rossa, oppure scendendo alla fermata della metropolitana Tretyakovskaya, la galleria ti racconta la storia russa attraverso l’arte meglio di qualsiasi libro. Si inizia dall’iconografia, per passare ai pittori del ‘700 e ‘800, per arrivare ai pittori contemporanei.
Ti ci vuole un giorno intero per visitarla.
Nella sede principale, chiamata anche “vecchia” Tretyakovskaya, si parte dalle icone del XXII secolo fino ai primi del ‘900. Ospita una ricchissima collezione di antiche icone russe, dove puoi vedere la Santissima Trinità di Andrei Rublev, la Madonna di Vladimir (la protettrice russa), e innumerevoli icone della Madonna e del Cristo.
Nella Repubblica di Moldavia, terra quasi sconosciuta ai più, dove sono nata, si nasconde la cantina più grande al mondo dei vini, situata a Mileştii Mici. Anche se da quasi quindici anni vivo in Italia, c’è qualcosa di me in quella terra, in quella gente, in quei campi e in quelle colline, che vi voglio raccontare.
La Moldavia è un’ottima terra vitivinicola, grazie ad un clima temperato, dove la produzione di vino risale al 3000 a.C., quando per la prima volta i commercianti greci la introdussero nel paese. Nel corso dei secoli, la viticoltura crebbe fino a diventare un pilastro dell’economia e nel XIX secolo, quando gli zar russi occuparono il paese, incoraggiarono attivamente l’industria, importando diverse varietà di uva dalla Francia. Dopo la seconda guerra mondiale, l’Unione Sovietica, modernizzò progressivamente l’industria vinicola che fece diventare la Moldavia il principale produttore vitivinicolo. Non a caso è l’unico paese sulla mappa del mondo, la cui forma è un grappolo d’uva. Siamo convinti che finché c’è vino c’è speranza.
It was almost six o’clock in the afternoon in Istanbul, city of flowers and charms, the only one in the world to be situated on two continents: Europe and Asia. I arrived at Sabiha Gokcen airport (named in honour of the first woman military aviator in 1936) and the reason of my visit was to spend time with my close friend that was doing her Erasmus in Istanbul. The hairy driver of the Havabus that took us from the airport to the city advised me that we arrived in Kadikoy, district of Istanbul in the Asian side of the city. The sunset was of the indescribable beauty surrounded by the Sea of Marmara where I couldn’t hold myself from taking pictures.
I found myself surrounded by men, women with children, tourists, cats and taxi drivers that never seemed to stop beeping the horn. Out of nowhere, jumped out a boy that tried to sell me pineapple followed by a man that invited me to weight myself.
Sono quasi le sei del pomeriggio a Istanbul, città di fiori e incanti, unica al mondo divisa su due continenti: l’Europa e l’Asia. Sono arrivata all’aeroporto di Sabiha Gokcen (in onore della prima donna al mondo che diventò aviatrice militare nel 1936) con Pegasus, a trovare l’amica del cuore che sta facendo l’Erasmus a Istanbul. Vengo avvertita dall’autista (gentile e peloso) della navetta Havabus, che ti porta dall’aeroporto alla città, di essere arrivata a Kadikoy, un quartiere di Istanbul, sito nella parte asiatica della città. C’è il tramonto di una bellezza inesauribile, avvolto dal panorama sul mar di Marmara, dove inizio a scattare due fotografie.