A La Digue ci sono andata per un motivo ben preciso: la spiaggia Anse Source d’Argent, che mi ha riempito il cuore di tanta bellezza (devo riconoscere che la sua fama è più che meritata). Mai avrei pensato che i miei occhi potessero vedere cosi tante meraviglie e capisco che questa sarà la mia routine per i prossimi 5 giorni.
Mi rendo conto che qui il tempo si prende la libertà di scorrere più lentamente.
Sono una ragazza fortunata.
Come sono arrivata alle Seychelles e tutte le informazioni pratiche qui.
Mi viene difficile fare una classificazione delle spiagge, perché ognuna di queste ha la sua bellezza e particolarità. Il bello di La Digue è proprio questo: ognuno è in grado di trovare la spiaggia ideale per se e di essere spesso l’unico turista a godere di quel’angolo di paradiso.
Appena arrivata all’albergo Moonlight Beach Villa, a 5 minuti dalla romantica e piccolissima cittadina portuale, vicinissimo al porto e alla zone dove è concentrata la poca vita notturna.
Non mi sentivo più in viaggio ma in vacanza, adoro essere servita e riverita!!
Molti dicono che la posizione della guest house oppure dell’albergo ha poca importanza, perché l’isola è piccolissima, ma non è così. Le strade alla sera sono buie ed arrivare a mangiare in qualche ristorante diventa un incubo, non c’è illuminazione pubblica. La cosa può sembrare romantica, finché non inciampi in una pozzanghera di un acquazzone serale.
Giorno 1
Finito il check-in e posato i bagagli, ho subito noleggiato una bicicletta ( 7 euro al giorno ) per iniziare il giro dell’isola a nord. Erano le 10 del mattino e mi sono fermata sulla spiaggia di Anse Severe.
Non è possibile sbagliare, in quanto è l’unica strada che conduce verso nord passando accanto al cimitero.
La spiaggia è stupenda e molto popolare, vanta una bella vista su Praslin. Le acque sono così cristalline da far dimenticare l’enorme affluenza di turisti italiani e francesi che la popolano ad agosto.
La sera è inoltre molto affollata, i suoi spettacolari tramonti tingono il cielo di colori mozzafiato.
Ho Pranzato al Takamaka Caffe, un chiosco li vicino, dove ho assaggiato un piatto tipico della cucina creola e dove sono tornata più di una volta.
L’impazienza di continuare la scoperta mi ha portato ad Anse Patates, la successiva spiaggia.
I massi granitici che spuntano dall’acqua, la rendono stupenda con pochi visitatori.
Non essendo protetta dalla barriera corallina, le onde sono molto alte e il mare diventa subito profondo. Ho cambiato costume e sono rimasta sulla spiaggia solo un oretta, perché in pochissimo tempo viene completamente sommersa dal mare.
Proseguendo a nord dell’isola, mi sono fermata ha fotografare Anse Grosse Roche, la cui caratteristica è l’imponente roccia granitica da cui prende il nome. Proprio in questo luogo, furono girate nel 1987 le riprese per il film “Robinson Crusoe- La storia vera”.
Sulla spiaggia deserta c’era soltanto un irriducibile nudista di una certa età che, oltre a rischiare lui una punizione, essendo in un paese mussulmano, mi ha fatto rischiare una “indigestione”.
All’imbrunire, ho deciso che il giorno seguente avrei finito di vedere tutte le spiagge lungo la strada panoramica che termina all’improvviso ad est dell’isola.
Cenando al ristorante Le Repaire –Boutique & Restaurant Hotel, curato, moderno ed accogliente, dove sono tornata una seconda volta, sono rimasta colpita dalla presenza di cuoco e pizzaiolo italiani.
Lo consiglio tantissimo, anche tenuto conto della scarsissima offerta di ristoranti a La Digue.
Giorno 2
Dopo la colazione a base di frutta, ho proseguito in bici la mia escursione per una ventina minuti sempre verso nord, fino ad arrivare nella parte est dell’isola imbattendomi in Anse Banane. Questa spiaggia vanta la vista sulle 4 isole dell’arcipelago: Marianne, Petit Source, Grand Soeur e Felicitè (isola privata dove Zinedine Zidane ha la propria dimora). La spiaggia non è balneabile, ma in compenso il ristorante “Chez Jules” mi ha regalato una vista romantica. Sono rimasta a pranzare qui, restando nel grazioso ristorante ad ammirare il paesaggio.
Finito il pranzo, avendo lo spirito di Coppi che mi guidava, sono arriva alla fine della strada asfaltata ad Anse Fourmis.
Sembrava una piscina naturale, che durante la bassa marea faceva affiorare la barriera corallina.
Riparandomi dal sole sotto un albero di Takamaka, mi sono rilassata per l’intero pomeriggio godendomi la spiaggia deserta.
Leggi qui la seconda parte della mia vacanza a La Digue.
Ciao Ina, mi appresto a fare un viaggio a seycelles e ho apprezzato moltissimo quanto tu hai scritto al riguardo. A quanto ho capito Praslin e la digue sono le isole che ritieni più affascinanti.
Se hai tempo di darmi qualche consiglio ti sarei grato. Il mio soggiorno durerà 15 giorni.
Grazie mille
ciao,si, dimmi tutto