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Hong Kong : l’incredibile città verticale !

Settembre 20, 2017 Settembre 21, 2017 Ina Talpa4645 views

Da bambina guardavo la palazzina grigia, in stile comunista dove sono cresciuta, con grande soggezione e di fronte a quei cinque piani, mi sentivo piccolissima. Da grande i miei occhi hanno abbracciato mille altri luoghi, come ad esempio lo skyline di Hong Kong, ma trovo incredibile come ogni volta di fronte ad un paesaggio urbanistico diverso, quel palazzo dell’infanzia si materializzi per una frazione di secondo, facendomi sentire ancora una volta un piccolo puntino nell’universo. Avvolta da picchi montuosi con cime che superano i 500 m, a Hong Kong mi sono sentita sovrastata da un muro di edifici luccicanti molto alti accostati uno all’altro, che si sviluppano lungo la costa settentrionale dell’isola di Hong Kong. Il punto di partenza per visitare la città, a mio avviso, è il Central District, dove ho assistito ad uno straordinario paesaggio urbano, al terzo posto per il maggior numero di grattacieli al mondo, dopo New York e Shangai.

Mi sono ritrovata nella città dei bancomat, che comprime più di 7 milioni di cinesi molto impegnati, con una densità di 6.000 persone per km² (la quarta più alta al mondo), troppo affollata, rumorosa e frettolosa anche la notte. Il numero di persone nelle vie della città mi è apparso sconcertante, persone ovunque, di giorno e di notte, andavano e venivano dal lavoro mangiando cose fritte indefinibili assorbite dai loro smartphone.

Hong Kong è efficiente e pacifica, i trasporti pubblici funzionano come un orologio svizzero, le strade sono molto pulite, i grandi magazzini sono affollati e templi buddisti sono immersi nella tranquillità. L’ho trovata una città a misura di turista, dove la compattezza del territorio, unita alla sovrabbondanza di taxi economici (oltre ventimila taxi, di cui il 99 % sono delle Toyota Crown Comfort) la rendono facile da girare.

Solo in apparenza sembra occidentale. L’aeroporto ultra moderno, gli autobus londinesi e i ristoranti di note griffe della moda, possono dare questa impressione, ma sotto il governo britannico, Hong Kong si è trasformata “nella più cinese delle città cinesi”. Accanto alle vie del Central District dai grattacieli miliardari, costruiti sul terreno sottratto al mare, si trovano botteghe di erboristi cinesi in stradine trasandate, che ti vendono ingredienti come il muschio di serpente, le corna di cervo oppure la polvere di perla. Nel cuore della città, le tradizioni e i costumi, le feste e le credenze, non potrebbero essere più cinesi di così. Girando l’angolo ho visto un macellaio che faceva a pezzi un maiale, un operaio che raccoglieva a mano grandi quantità di rifiuti, accanto a templi schiacciati in mezzo a enormi complessi residenziali, dove i fedeli bruciavano incenso e offrivano frutta alle divinità.

Mi sembra che la vitalità di questa città venga alimentata dal dio denaro, che si traduce in “un’immagine pubblica” da esibire di fronte agli altri, come i classici uomini d’affari vestiti in giacca e cravatta. Ecco quindi lo sfoggio di auto e orologi di lusso, nonché vestiti e accessori griffati. Quello che qui appare è che il denaro compri davvero la felicità. Come biasimarli, la scarpa di Gucci fa felice anche me.

Per farmi un’idea dall’alto della città, mi sono diretta verso il panorama più famoso di Hong Kong, reso dai 552 m del Victoria Peak, che comprende la Peak Tower, conosciuta per la sua terrazza dalla vista davvero sbalorditiva a 360 gradi.

Il Peak è stata la zona residenziale preferita dai britannici, dove gli alti funzionari e i taipan (mercanti europei) costruirono qui le loro dimore per sfuggire alla soffocante calura estiva. Se fino al 1945 ai cinesi era addirittura vietato vivere qui, oggi la zona rimane esclusiva e i prezzi degli immobili sono tra i più cari al mondo. Non posso che apprezzare un belvedere strepitoso sulla città e sulla baia del versante nord del Peak, da dove si vedono tutti i grattacieli. In contrapposizione con il panorama del versante sud, da dove si ammirano le meravigliose vallate boscose e le isole tranquille.

Per arrivarci è d’obbligo il Peak Tram, che viaggia con una pendenza incredibile. Un modo memorabile per raggiungere il Peak, anche perché fu la prima forma di trasporto elettrico terrestre nella colonia britannica. Questo tram non ha mai avuto un incidente, le corse sono attive ogni giorno dalle 7 a mezzanotte e durano 12 minuti.

La sera mi sono imbarcata dalla famosa Waterfront Promenade di Kowloon, sulla giunca di Acqua Luna (barche di legno dalle vele steccate che un tempo intasavano il Victoria Harbour, uno dei porti naturali più spettacolari al mondo).

Mentre sorseggiavo un drink, ho assistito allo spettacolo notturno, uno dei più belli mai visti in tutta la mia vita, Symphony of Lights. Un’esplosione di suoni e luci, che coinvolgendo entrambi i lati del Victoria Harbour, faceva apparire i palazzi danzare a ritmo di musica. Si tratta di un progetto costato circa 4 milioni di euro, dove i laser vengono proiettati da ben 47 grattacieli.

Hong Kong

Anche se il culto principale di Hong Kong pare il denaro, ci sono oltre 600 templi e santuari sparsi per la città. 

Wong Tai Sin Temple, ha subito attirato la mia curiosità perché si dice che tu possa pregare per la tua buona sorte e ti venga predetto il futuro. Questo tempio è famoso per la capacità del Dio della Fortuna e della Salute Wong, che vi risiede, di esaudire i desideri. Ho pregato anch’io per vincere al Gratta e Vinci, ma ancora sto aspettando!  

Ho visto un sacco di fedeli, che inginocchiati di fronte al tempio, interrogavano la divinità sulla propria sorte scuotendo una scatoletta di bastoncini di bambù numerati (chim). Cadendo a terra, svelavano la profezia che veniva interpretata dall’indovino presente. Mi sono fatta un giro nel Giardino del Buon Augurio, con pagode sovrastate da tetti decorati, sentieri a zig zag e una vasca piena di carpe e tartarughe.

Chi Lin Nunnery Temple mi ha colpito per la serenità che si respira all’interno del complesso monastico avvolto da giardini, laghetti con fiori di lotto e incantevoli strutture in legno. Per costruirlo furono usati 95.000 pezzi di legno secondo le antiche regole dell’architettura cinese e del feng shui. Le costruzioni principali danno le spalle alla montagna e sono rivolte verso il mare, seguendo lo stile detto “un recinto, tre cortili e tre porte”. Si tratta di un’architettura unica, 28 colonne di cedro giallo sostengono un tetto di 28.000 tegole. I chiodi furono sostituiti da un sistema di incastri, tipico dell’architettura cinese antica, che trasferisce il carico del tetto alle colonne.Il giardino Nan Lian fu ispirato allo stile della dinastia Tang, dove regna la tranquillità e dove il contrasto con i grattacieli sullo sfondo ti lascia senza parole.

 

 

Il Monastero scenografico di Po Lin, che si trova a Lantau, la più grande isola di Hong Kong l’ho lasciato per ultimo per dedicargli una giornata intera. Sono arrivata con la funivia panoramica Ngong Ping che collega l’isola. Pagando un sovrapprezzo di circa 10 euro, ho viaggiato con una Cabin Cristal. Grazie al pavimento di vetro, ho  ammirato le distese verdi dell’isola per tutti i 25 minuti della durata del tragitto.

È un modo spettacolare per arrivare all’attrazione principale di Po Lin, che è la gigantesca statua in bronzo, alta 34 metri, del Buddha.

Dopo una scalinata di 268 scalini si raggiunge la statua e li, puoi ammirare una splendida vista su Lantau, le piccole isole che la circondano e il Mar Cinese Meridionale.

Ci tengo a consigliare due ristoranti dalla vista e dal conto mozzafiato, dove ho mangiato divinamente: Sheraton Restaurant Hong Kong e Aqua Roma, Aqua Tokyo & Aqua Spirit, di Armani.

Certi scatti non rispecchiano mai la realtà e non rendono giustizia ai posti visitati. Bisogna vederli con i propri occhi per portarli sempre con se.

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