Finalmente è arrivato il giorno per cui ho scelto La Digue come meta del viaggio: Anse Source d’Argent.
Giorno 3
Continuando la scoperta dell’isola (guarda qui i giorni precedenti), questa volta mi sono diretta verso sud, per passare una giornata intera ad una delle spiagge più fotografate al mondo, Anse Source d’Argent.
Per arrivarci bisogna attraversare il parco L’Union Estate, al costo giornaliero di 6 euro a persona.
Abitato da tartarughe gigantesche e ricco di coltivazioni, soprattutto di vaniglia, è antecedente alla spiaggia. Da lì basta semplicemente seguire i cartelli per raggiungerla.
La sfiga vuole che non c’era sole, quindi i colori del paesaggio erano un po’ spenti. Durante le poche apparizioni del sole, mi affannavo a farmi fotografare e fotografare come non ci fosse un domani, giocando a nascondino col sole.
I raggi solari rendevano spettacolari le formazioni rocciose e il colore verde turchese dell’acqua, di questa irreale cornice.
Sdraiata su una roccia fino alla chiusura serale del parco, ho preso poco sole ma ho fatto il pieno di bellezza.
Giorno 4
Seguendo la strada verso la parte meridionale dell’isola, lungo un percorso tortuoso ma estremamente suggestivo in mezzo alla natura, sono arrivata ad una spiaggia selvaggia e unica, Grand Anse.
La fatica fatta pedalando, viene ricompensata dalla grande bellezza di questa lunga ed estesa spiaggia, con paesaggi da sogno e sabbia finissima. Famosa per le acque profonde e la corrente forte che porta al largo, è considerata una delle più pericolose dell’isola. Non essendo protetta dalla barriera corallina, il mare forma onde enormi a causa dei venti, specialmente nel periodo che va da maggio ad ottobre.
Come Anse Source d’Argent, anche Grand Anse ha un ristorante, a buffet e di qualità scadente, dove, pagando 2 euro, ti puoi fare anche una doccia.
Mi sono seduta sulla sabbia ad osservare e ascoltare senza stancarmi la potenza dell’oceano.
Dopo qualche ore in questa spiaggia, ho seguito per circa 20 minuti un sentiero ancora più tortuoso, che scavalca una piccola collina rocciosa, arrivando a Petite Anse.
Questa spiaggia, per la sua posizione appartata, è ancora meno frequentata della Grand Anse. Per me la seconda spiaggia più bella, dopo Anse Source d’Argent, dove ho trascorso un pomeriggio indimenticabile. La sua sabbia fine è soffice come una nuvola e l’acqua di un azzurro incantevole, che durante la bassa marea si trasforma in una piscine naturale, mi hanno fatto ritornare anche il giorno seguente.
Una tappa obbligatoria è la cena al ristorante più romantico di La Digue, posizionato nella parte più alta dell’isola, Snack Bellevue.
Prenotando in anticipo, intorno alle 17 si viene raccolti da un camioncino davanti all’albergo. Il ristorante è sulla montagna più alta dell’isola, che sale per quasi 20 minuti. La salita è ripida, ma avventurosa è la discesa, perché notturna e al buio. Panorama mozzafiato e cena ottima con portate abbondanti a base di gustosi piatti creoli (500 rupie a testa escluso bevande).
Non scorderò mai quel cielo che si perde all’orizzonte…
Uno dei più romantici tramonti mai visti, che offre una vista spettacolare su Praslin.
Giorno 5
L’ultimo giorno sono ritornata ad Anse Petite, dove ho voluto passare l’intera mattinata, anche se avrei voluto rimanerci per un intero mese. Subito dietro Anse Petite, si nascondeva la più deserta in assoluto, Anse Coco.
Raggiungibile attraverso un’altro sentiero, mi sentivo obbligata a vederla. Ho scattato soltanto qualche foto e sono tornata ad Anse Petite perché mi aveva rubato il cuore.
Il giorno seguente mi aspettava il traghetto per Mahè.