Disneyland, oltre ad essere il sogno di qualsiasi bambino cresciuto con Ariel, Topolino, eroi e principesse, era anche uno dei miei sogni più grandi. Soffro della sindrome di “Peter Pan”, sognando di essere sempre felice e spensierata. Una che non vuole crescere, alla ricerca dell’Isola che non c’è, ma che si accontenta di Milano.
L’idea della partenza spesso mi arriva all’improvviso, si insinua nella mia mente. E mentre tutti vanno a letto coi fidanzati, da soli o con il cane, io vado a letto con la mia idea. Alla mattina il miglior modo per schiarirmi quest’idea è raccontarla! Complici… trovati!
A quel punto il mio cuore già si sente come un piccolo bagaglio pronto a partire.
Seguo il cuore, i desideri e l’intuizione. Non sbagliano mai.
Ma dove vado? Quando? Come?
Le domande non tardano ad arrivare al “poeta” (l’emisfero destro, il gestore del pensiero creativo), che incaricando “l’ingegnere della logica” (l’emisfero sinistro) decidono il tipo di vacanza che voglio fare.
Nascono i pensieri.
Quanto tempo a disposizione ho? Budget? Scegliere la meta in base alle mode oppure no? Mare e sole, montagna e sci, città e cultura? Sono tanti i posti in cui mi piacerebbe andare e quasi tutti lontani da qui. Quasi.
Viaggiare è una delle cose più belle al mondo, per me sinonimo di felicità, perché viaggiando impari a conoscere meglio te stesso ed i propri limiti, cercando di trovare un’incredibile pace interiore che ti fa sentire in sintonia con il mondo intero.
Essendo moldava, quindi cittadina extracomunitaria, sono vincolata alla richiesta del visto e devo essere in possesso di diversi requisiti, per visitare numerosi paesi: un valido documento di viaggio, la dimostrazione delle motivazioni e delle condizioni del soggiorno, oltre al possesso dei mezzi economici di sostentamento per la durata del soggiorno, fanno da cornice a quanto richiesto dalle autorità locali.